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Nell'immaginario collettivo i palestinesi sono gli arabi: cattivi e terroristi che inneggiano alla guerra anche in nome della religione; gli israeliani sono gli ebrei: i buoni che soccombono da sempre.


Diventa difficile dire chi ha ragione e chi ha torto, da una parte gli ebrei, che sono stati storicamente cacciati dalla loro terra e dall'altra i palestinesi che si sono visti portare via i loro territori, ma è importante analizzare i fatti storici per capire meglio la situazione.

Alla fine secolo XIX nacquero alcuni gruppi sionisti (lett. = quelli della terra di Sion) che si posero l'obiettivo di creare uno stato per gli ebrei sparsi per il mondo, per dare una terra ad un popolo con usanze e tradizioni che mal si adattano all'integrazione con altri popoli.
Vennero presi in considerazione diversi luoghi, dalla Pampa argentina ad una zona del Kenya. Si decise poi per le terre del Sinai che rispondevano maggiormente al desiderio degli ebrei di ritornare nella terra promessa.
Solo che i territori palestinesi non erano liberi, ma erano abitati da arabi fin dai tempi della caduta dell'Impero Romano.

La risoluzione ONU 181 del 1947 intitolata "Piano di partizione della Palestina" prevedeva una suddivisione dei territori e delle risorse inaccettabile per i palestinesi e per qualunque altro popolo:
la maggior parte delle terre (il 55%) sarebbe dovuto andare agli israeliani che avevano una percentuale del 33% di popolazione;
i palestinesi non avrebbero avuto sbocchi sul mar Rosso;
la gran parte dei villaggi ebraici sarebbe stata inglobata in territori ebraici mentre questo non si sarebbe verificato per i territori palestinesi;
il territorio destinato agli israeliani è contiguo, al contrario quello dei palestinesi è frammentato in porzioni separate: Cisgiordania, Gerusalemme est e la Striscia di Gaza.

E' una pianificazione territoriale impensabile! Si tende a dare torto agli arabi con la colpa di non aver accettato la risoluzione ONU, ma chi avrebbe accettato queste condizioni?
Come se non bastasse gli israeliani stanno sottraendo ai palestinesi più territori di quelli che gli sono stati assegnati dalla risoluzione ONU.

Oltre tutto i canali di informazione come al solito raccontano quello che fa comodo che la gente sappia.
L'opinione pubblica viene diretta in due modi:
1) Su questo argomento non si sentono mai commenti da parte di ebrei praticanti (oppure non ce li fanno sentire). Questo porta la gente a pensare che le comunità ebraiche sparse per il mondo siano in accordo con la politica di Israele. Comunemente l'ebreo è visto come un buono, gran lavoratore, senza vizi e molto osservante della religione. Anche i politici israeliani sono così?
2) Sfruttando l'orrenda strage, vergogna indelebile dell'umanità, perpetrata nei confronti degli Ebrei, si dirige il pensiero della gente verso l'assoluta ragione del popolo di Israele nel pretendere le terre abitate dai palestinesi. Se qualche popolo pretendesse di occupare l'Italia dicendo di essere i discendenti dei Longobardi, noi cosa diremmo?

C'è addirittura confusione tra la parola "ebreo" e  "israeliano"! Ricordiamoci che "ebreo" è colui che segue la religione ebraica, israeliano è colui che ha cittadinanza nello stato di Israele. Per fare un paragone possiamo dire che colui che segue la religione cristiana cattolica non è per forza anche un Italiano e vice versa.

Intanto israeliani e palestinesi sono ancora in guerra. Ma cosa fanno le altre Nazioni, oltre che rifornirli sia di armamenti che di ambulanze, addestrare militari e mandare aiuti umanitari?

Paolo Barnard ha descritto molto bene questa situazione, questi filmati meritano di essere guardati.


Per maggiori informazioni sugli eventi storici:  http://www.luogocomune.net/site/modules/sections/index.php?op=viewarticle&artid=10

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