La privatizzazione dell'acqua è alle porte! L'ennesima privatizzazione che non porterà alcun beneficio al cittadino, anzi, i soldi che le regioni (cioè noi) risparmieranno dalla gestione di questi servizi pubblici andranno direttamente nelle tasche dei soggetti privati che si aggiudicheranno l'appalto.
Con la Legge n. 133 del 6 agosto 2008 Art. 23-bis. (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112) si stabilisce l'affidamento e la gestione dei servizi pubblici locali (Regioni ed Enti locali) a soggetti privati. Per ora le reti restano dello stato e solo la gestione verrà affidata a società terze.
Ci sono due problemi fondamentali quando si parla di privatizzazioni.
In primo luogo lo Stato, quando fornisce un servizio non ci guadagna, ma si limita ad avere i bilanci in pari. Lo Stato offre un servizio, il buon cittadino paga le tasse e con quelle tasse si va a coprire la spesa per l'erogazione del servizio. Quando un servizio essenziale viene affidato ad un soggetto privato questo meccanismo non vale più. Innanzitutto un'azienda per stare in piedi ha bisogno di guadagnare, bisogna pagare dirigenti ed amministratori che non si accontentano di una paga "statale". A questo prezzo si aggiunge anche la componente IVA, dal momento che otteniamo una prestazione di servizio da un'azienda siamo obbligati a pagare l'IVA senza la possibilità di poterla scaricare come fanno le aziende.
Potrebbe anche capitare che lo Stato (cioè noi) decida di tenere i prezzi bassi facendosi carico di una porzione della tariffa che il cittadino dovrà corrispondere alla società che gestisce il servizio, in questo modo avremo delle bollette con un importo simile a quello che avevamo in precedenza, ma la differenza la sborserebbe lo Stato, con i nostri soldi.
In secondo luogo, questa manovra non è utile all'abbassamento dei prezzi e nemmeno a stabilire un regime di concorrenza.
Quando un'azienda prenderà l'appalto per gestire la fornitura di acqua di un paese o città, avrà il dominio assoluto su quel territorio. Il cittadino non avrà la possibilità di comprare l'acqua da un altro gestore, magari quello del paese vicino, che eroga il servizio ad un prezzo inferiore. Quindi la ditta appaltatrice potrà fare il prezzo che desidera, ovviamente più alto di quello che farebbe lo Stato.
La cosa disarmante è che l'articolo di legge esordisce con la frase:
"Le disposizioni del presente articolo disciplinano l'affidamento e la gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, in applicazione della disciplina comunitaria e al fine di favorire la più ampia diffusione dei principi di concorrenza"
ma di quale "diffusione dei principi di concorrenza" stanno parlando? In questo modo ogni gestore di servizi potrà fare quello che vuole nel suo territorio agendo indisturbato. Tra l'altro per questa operazione non è previsto l'obbligo di gestione dei servizi da parte di imprese locali, quindi succederà che una delle solite grandi multinazionali si assumerà la gestione di erogare il servizio facendo confluire i guadagni in un unico soggetto.
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