"«Maisie, ma io ti piaccio?» domandò Solly dopo qualche istante.
Lei si fermò, si alzò in punta dei piedi e gli baciò la guancia. «Moltissimo.»
Solly la guardò negli occhi e Maisie rimase sconcertata nel vedere le lacrime brillargli dietro le lenti.
«Caro, cosa c'è?» chiese.
«Anche tu mi piaci» disse Solly. «Più di chiunque altro al mondo.»
«Grazie.» Era commossa. Accadeva di rado che Solly manifestasse un sentimento più forte di un blando entusiasmo.
«Vuoi sposarmi?» chiese lui all'improvviso.
Maisie rimase a bocca aperta. Era l'ultima cosa al mondo che si sarebbe aspettata. Gli uomini della classe sociale di Solly non si offrivano di sposare ragazze come lei. Le seducevano, gli regalavano quattrini, le mantenevano e avevano figli da loro, ma non le sposavano. Era troppo sbalordita per parlare.
Solly continuò: «Ti darei tutto quello che vuoi. Ti prego, dimmi di sì».
Sposare Solly... Sarebbe stata incredibilmente ricca per l'eternità. Un letto soffice, un bel fuoco acceso in ogni stanza della casa, e tutto il burro che poteva riuscire a mangiare. Si sarebbe alzata quando voleva e non quando doveva. Non avrebbe più sofferto il freddo e la fame, non avrebbe più dovuto portare abiti sciatti, non avrebbe più dovuto faticare.
La risposta, "sì", le tremò sulla punta della lingua.
Pensò alla stanzetta di April a Soho, con il nido di topi nel muro; pensò alla latrina che puzzava nelle giornate calde, alle notti in cui saltavano la cena; pensò all'indolenzimento ai piedi dopo una giornata passata a camminare per le strade.
Guardò Solly. Sarebbe stato così spiacevole sposare quell'uomo?
«Ti amo tanto» disse Solly. «Ti voglio, disperatamente.»
L'amava davvero, pensò Maisie.
Era proprio quello il problema.
Perché lei non lo amava.
Solly meritava di meglio. Meritava una moglie che lo amasse veramente, non una ragazza da strada con il cuore indurito. Se l'avesse sposato, sarebbe stato come imbrogliarlo. Ed era troppo buono perché gli toccasse una simile disgrazia."
Prendo spunto da questo improbabile dialogo tra un uomo ricco e importante della Londra di metà '800 e una ragazza di strada per chiederti: Tu cosa faresti?
La situazione, riassunta, è questa:
Ogni giorno fai fatica a trovare da mangiare, ogni giorno che passa non sai se il successivo riuscirai a mettere qualcosa nello stomaco. Un giorno, per un carambolare di casualità, conosci una persona che con il tempo si innamora perdutamente di te.
Ti tratta bene, vuole avere una famiglia con te e vorrebbe sposarti per farti vivere nell'agio tutta la vita.
Tu non l'ami, è una persona simpatica, le vuoi bene, ma non c'è amore da parte tua.
Io credo che il desiderio di sopravvivere mi porterebbe ad accettare.
E tu? Cosa faresti?
P.S.: Il dialogo è tratto dal libro "Una fortuna pericolosa" di Ken Follett
Commenti
@Pashianti: E' "l'altra faccia della medaglia". L'obiettivo a cui ognuno di noi dovrebbe tendere, più spiritualità. In certi casi si dice che addirittura riempia anche la pancia! Grazie
@Dany: Già, il lato oscuro della nostra natura...D'altr onde non ci dimentichiamo che siamo animali che hanno bisogno di nutrirsi
@Sareca: non so, e se lui non dovesse accettare? Saresti disposta a continuare una vita di stenti, con il rischio di morire letteralmente di fame? Grazie anche a te per il contributo alla riflessione
Sarebbe troppo semplice giudicare dicendo che io seguirei solo la strada dell'amore assoluto e della sincerita' al 100% senza compromessi.
Non mai patito la fame e anche se posso aver passato momenti difficili nella mia vita, non ho mai dovuto accettare x vivere situazioni paragonabili a questa.
Sono certo altresi' che nella vita ho accettato compromessi di cui non vado cosi' fiero.
probabilmente in questo caso avrei accettato, ma non ne sono certo.
Ciaooo
Ps: grazie x i vostri continui spunti di riflessione che mi fanno ricordare che ho ancora dei neuroni liberi dai cliche' mediocri tele-internet-facebook-standardizzati.
Ciao
Io sono convinto che l'amore si possa costruire giorno per giorno e non necessariamente debba scoppiare di punto in bianco. Per questo acconsentirei ad una convivenza, per non vincolarmi con un matrimonio.
Certo! Mi trovassi a meta dell'800... di convivenza non se ne parlerebbe proprio! E allora sarei d'accordo con te e accetterei. In fondo si vogliono bene. OK non e' amore. Ma l'occasione di sfuggire ad una vita fatta di sofferenze e di sacrifici, sarebbe troppo allettante.